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Debito estero: trasformare il debito in speranza

  • Immagine del redattore: Silvana Maglione
    Silvana Maglione
  • 25 nov
  • Tempo di lettura: 3 min
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“Il debito estero è diventato uno strumento di controllo, attraverso il quale alcuni governi e istituzioni finanziarie dei Paesi più ricchi non si fanno scrupolo di sfruttare in modo indiscriminato le risorse umane e naturali dei Paese più poveri, pur di soddisfare le esigenze dei propri mercati… Il debito ecologico ed il debito estero sono due facce della stessa medaglia…che ipoteca il futuro.” (Papa Francesco giornata mondiale della pace, 1^ gennaio 2025).


Debito ed ingiustizie sociali

Si definisce debito estero “il totale dei debiti, sia pubblici che privati, contratti da un paese con creditori residenti all'estero - governi stranieri, banche internazionali o investitori privati” -.

Le cause della crescita del debito estero sono molteplici, sono sia di carattere storico che economiche - eredità coloniali, crisi ambientali, corruzione politica, debito accumulato ed interessi, modifiche delle situazioni geopolitiche dei paesi, scarsi investimenti in settori strategici (sanità, infrastrutture, istruzione) che determinano lo sviluppo di un paese e via dicendo.

Quando le risorse necessarie allo sviluppo di un Paese non sono sufficienti si fa ricorso all’indebitamento attraverso prestiti o emissione di titoli di Stato. Vari possono essere i creditori di uno Stato (cittadini che conferiscono i propri risparmi), le banche, le imprese, ovvero soggetti stranieri, privati o pubblici, (istituzioni finanziarie internazionali: BM - banca mondiale -, FMI – fondo monetario internazionale). In questo caso si parla di debito estero.

Come papa Francesco asseriva “quella che stiamo vivendo non è semplicemente un’epoca di cambiamenti, ma un cambiamento d’epoca”, in quanto caratterizzato da migrazioni forzate, squilibri ambientali e da una povertà crescente che uccide. Sono sotto accusa gli attuali modelli di produzione e consumo, ormai insostenibili, che causano, tra l’altro, cambiamenti climatici con fenomeni estremi (alluvioni, riscaldamento globale, temperature elevatissime).  Il debito ecologico ed il debito estero sono due facce di una stessa medaglia.

Peraltro, le guerre e la pandemia hanno accentuato le disuguaglianze sociali, con conseguente aumento degli squilibri.

È necessario ripensare la struttura del sistema economico e finanziario globale inadeguata che non tiene conto delle esigenze dei creditori e dei debitori, ovvero “come si disegnano i contratti di prestito internazionale e come si definisce la loro sostenibilità”, non dimenticando i diritti umani fondamentali che devono essere garantiti ad ogni persona, alla luce del principio di corresponsabilità.

Condonare per liberare

Papa Francesco nel ricordare che nell’anno giubilare era tradizione del popolo ebraico condonare i debiti, nel suo messaggio di indizione dell’anno giubilare 2025, ha fatto appello alle forze politiche mondiali affinché si “sciolgano i nodi dei cappi che strangolano il presente, senza dimenticare che siamo solo custodi e amministratori, e non padroni”, intraprendendo iniziative, al pari del giubileo del 2000, di cancellazione

del debito estero.

Nel 2000 la detenzione del debito estero era quasi totalmente nelle mani degli Stati, oggi il 65% del debito appartiene a creditori privati che imponendo pagamenti insostenibili, ostacolano gli sforzi volti a ridurre le disuguaglianze.

Alla luce delle iniziative giubilari della Diocesi, la pastorale della Cultura, l’Ufficio Missionario e l’Area Mondialità della Caritas diocesana hanno organizzato un incontro, rivolto agli studenti degli Istituti superiori, ad indirizzo giuridico-economico, per riflettere insieme sulle cause e sulle conseguenze che situazioni di estrema povertà determinano sul mondo, al fine di comprendere la realtà che ci circonda, ci interroga e ci obbliga ad agire singolarmente e come istituzioni, attraverso un cambio di paradigma e di  esercizio di nuovi stili di vita.

Il meccanismo dell’indebitamento dei paesi del sud del mondo il tema dell’incontro.

Significativo il leitmotiv che unisce i due incontri: “come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Non solo parole, ma concetti che richiamano al senso di responsabilità, di agire per trasformare, in questo caso il debito in speranza, in linea con le indicazioni giubilari.

Il dottor Massimo Pallottino, coordinatore dell’Unità Studi e Advocacy di Caritas italiana ha guidato gli studenti, oltre 150, attenti ed interessati, attraverso una lettura critica, illustrando in maniera chiara e multidisciplinare le implicazioni economiche, sociali, morali collegate al debito estero.

Quando il debito è troppo e quando bisogna onorarlo, è sempre negativa la contrazione di un debito? Questi i quesiti sottoposti ai ragazzi.

Il confronto ha consentito la comprensione delle diverse implicazioni che l’aumento del debito estero ha per la giustizia sociale, la negazione dei diritti per milioni di persone, nella consapevolezza che i comportamenti, individuali e collettini, non sono neutrali rispetto alle scelte che facciamo.

Il debito è troppo quando schiaccia il debitore sotto un peso insostenibile e ferisce la dignità delle persone. Il debito estero, dunque, ci riguarda. 




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